8 settembre 2011

Tener banco

Venne il primo giorno di scuola e un banco per Carlino non c'era.
Ma dico, si sarà saputo o no che saremmo stati 23 bambini? Anche 40 anni fa c'erano le iscrizioni e tutto il resto.
Niente, s'arriva il primo giorno di scuola e siamo 23, tutti presenti, da far sedere in 22 banchi. 22 banchi!
Noi che si era arrivati col pullmino, per ultimi, eravamo in 5, da far sedere in 4 banchi.
Pure andare a recuperare un banco da un'altra classe, c'erano almeno altre 10 aule, non si rivelò fattibile, tutto esaurito forse, o magari banchi di altre dimensioni, non so. Sta di fatto che nessuno si mosse.
La Maestra, una di quelle con la emme maiuscola, decise per tutti e assegnò i banchi. E di fianco ad Angelo, sullo stesso banco, piazzò il povero Carlino.
Già fossi stato Angelo non l'avrei presa bene, il primo giorno di scuola e mi trovo il banco invaso da un bambino, tra l'altro, sconosciuto fino a quel momento. Ma fossi stato Carlino ne sarei rimasto segnato per sempre.
Arrivare il primo giorno di scuola e non avere il banco, adattarsi per il lato stretto a scrivere le prime parole della vita ricopiate dalla lavagna, col gomito che spenzola fuori. "Oggi c'è il sole" mi ricordo, anche se probabilmente Carlino avrebbe voluto scrivere "Oggi è una giornata di merda: dopo 6 anni che me la menano arriva finalmente santa susina e non ho manco un banco mio dove appoggiarmi".
Fossi stato Carlino sarei certamente diventato un bambino difficile, poi un adolescente ribelle, probabilmente un delinquente giovanile e, niente di più facile, un adulto disadattato.
Signori della scuola, arriva un determinato numero di bambini in prima classe e voi lo sapete, è un giorno che bene o male conta parecchio, per tutti, vogliamo accogliere questi piccirulli col rispetto che si meritano?
A me la cosa dà ancora noia e mi fa sentire l'involontario usurpatore di un banco intero. Avrei voluto finirci io sullo strapuntino del banco di Angelo, forse a quest'ora avrei dimenticato. Forse.
Carlino invece ce l'ha fatta poi, ha reagito all'ingiustizia, ha una sua vita normale, ha trovato il suo spazio, non ha ancora ammazzato nessuno.
Quando lo incontro e gli chiedo come va, mi dice "bene". E doveste sentirlo quando racconta a noi vecchi compagni del suo primo giorno di scuola, allora sì che tiene banco.

1 commento:

  1. Ma come? Nessun commento a questa sincera difesa degli oppressi? E pure a lieto fine...a me é piaciuta, la storia. Grazie.

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Ma dici a me? Ma dici a me? Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui...